Cena a casa Hussel

Margareth
La moto andava al massimo ed avevo superato quella di Ian. Mi diverttivo come una matta a fare a gara con lui. Tirai ancora e vidi in lontananza le luci di casa mia, quella che lo era stata fino ad un anno prima, almeno. Adesso non vivevo più lì. Poco prima, inchiodai, facendo slittare la moto di lato, mettendomi di traverso nel vialetto. Ian sarebbe rimasto indietro. Ed infatti arrivò pochi istanti dopo di me. Misi i tachci a terra, in perfetto equilibrio. Levai il casco e lo gettai sul prato. Indicai convulsa mio fratello. Hai perso! Hai perso! La mia moto è più veloce della tua. Io sono più veloce di te! Battei le mani una contro l'altra e scesi moto. La porta di casa alle mie spalle si aprì di colpo e sentii mia madre sbraitare. Siete sempre i soliti! Risi e riagguantai il casco, portando la moto a spinta su per il vialetto, sogghignando.

Ian
Arrivammo a casa, e Mag iniziò a squittire felice della sua vincita. Non le diedi torto, anche perché era arrivata prima. Poco dopo nostra madre ci rimproverò, e ci avviamo con le moto verso il garage. le depositammo ed entrammo in casa.

Margareth
Che noiosa che è, però! Misi il broncio e guardai Ian, entrando poi in casa. Sfoggiai il migliore dei miei sorrisi per mamma e papà, andando loro incontro. Papà mi disse che ero sempre la solita e che dovevo smetterla di tirare a quel modo la mia Monster. Poi mi chiese se per caso ero riuscita a raggiungere anche i 200. Stavo per rispondere, ma la mamma disse che ero la rovina del genere femminile. Ce ne fossero di più di donne come me!

Ian
Entrammo, e subito una piccola scena comica si presentò davanti ai miei occhi. Salve gente salutai i miei genitori, per poi depositare la giacca sull'appendino. la tavola era già bandita, e mi andai a sedere al mio posto, accanto a mio padre.

Margareth
Mi sedetti esattamente di fronte ad Ian, accanto alla mamma. Sorrisi a mio fratello e poi mi voltai verso mia madre, in tempo per vederla arrivare con la cameriera, fornita di vassoio con bicchieri stracolmi di alcolici: aperitivo? Posai la fronte sul dorso della mano destra. O mio Dio!

Ian
La cameriera arrivò con l'aperitivo. Beh, non mi costava nulla dire a mia madre che non avevo molta voglia di bicchierini alcolici, infondo a casa ero un figlio perfetto. Grazie, ma io preferisco non favorire all'aperitivo.

Margareth
Lanciai uno sguardo furente a mio fratello. Ecco, sarei di nuovo passata per quella che non regge l'alcool. Presi il bicchiere che mi porgeva mamma e bevvi a piccole sorsate, guardando mamma e papà che parlavano di quanto Ian andasse bene a scuola e quanto volessero che gli venisse assegnata una borsa di studio. Di me, come sempre, neppure una parola.

Ian
In seguito la tavola fu bandita con degli antipasti. C'era una piccola ciotola con all'interno verdure sminuzzate, mais, carote, fagiolini e cipolle. Con il mio cucchiaio presi una piccola porzione, e la misi nel mio piatto. Iniziai a mangiare, partecipando alla conversazion. Beh, se proprio devo prendere una borsa di studio, Harward è l'ideale. Sai papà, il corso di giurisprudenza è uno dei più richiesti al mondo.

Margareth
Alzai gli occhi al cielo, esasperata. Lui e giurisprudenza. NOn lo tolleravo più. Sarebbe diventato un banalissimo avvocato. Che noia. Io da parte mia puntavo a Berkley, con una borsa di studio guadagnata grazie alla pallavolo. E da lì la facoltà di medicina. Ma la cosa non pareva interessare granchè ai miei.

Ian
Guardai lo sguardo vuoto di Mag. Evidentemente stava pensando a tutt'altro. Spesso le capitava di fare questo alle cene, ma che ci potevo fare, era difficile chiederle il perché, anche se io già lo conoscevo. Beh, Mag, tu punti ancora a medicina? chieis, facendola rendere partecipe della conversazione.

Margareth
Alzai lo sguardo su Ian. L'unico che forse si interessava a quello che avrei voluto fare "da grande". Sorrisi timida, pulendomi le labbra. Sì, medicina. Sentii mio padre borbottare che proprio non era la cosa per me, visto come mi piaceva spendere il tempo. Che forse sarebbe stato meglio fare altro. E mia madre che rincarava la dose, dicendo che magari filosofia. O forse lettere straniere. Non ne potevo di quella storia. Non andava mai bene nulla di quello che decidevo per me. Ecco perchè detestavo quelle cene. Presi il tovagliolo e lo gettai nel piatto. Credo di essere abbastanza grande per decidere da me! Esplosi, con la mia solita voce troppo acuta per sembrare normale. Scattai in piedi e mi diressi vero la porta d'ingresso, agguantando la mia borsa. Un solo pensiero: voglio andare via!

Ian
Rimasi seduto, prendendomi il viso fra le mani e sbuffando. Ma perché dovete essere sempre così rompiscatole?? Lasciatela crescere cavolo! Dopo salii le scale, e giunsi in camera mia. Forse più tardi sarei andato a cercarla, prima però doveva sbollire la sua rabbia, da sola. Anche io ero fatto così, ma che ci potevo fare?